FORTI RADICI
Cin·zia
Ze·ni
L’opera che completa il lavoro (installazione e registrazione) esposto alcuni anni fa presso la sede di Alchemica, un'opera sofferta che ha richiesto anni per arrivare all'espressione di una ferita lasciata da una violenza sessuale.
Forti radici chiude con quell'esperienza e con i relativi sensi di colpa. La donna rappresentata con l'argilla non cotta non esiste più, essa stessa si è deteriorata con il tempo. L'artista non è più la stessa persona ma ha imparato a contare su se stessa; dopo aver compreso il dolore e averlo elaborato negli anni, si sente finalmente una donna forte e libera che riesce a gestire le proprie angosce.
Per questo motivo Cinzia Zeni ha deciso di affidare quella se stessa, rappresentata dalla scultura in argilla, all’acqua e agli elementi atmosferici affinché torni ad essere terra e faccia finalmente parte del ciclo naturale delle cose.
In questo contesto, Il Forte diventa metafora delle fortezze e dei muri che erigiamo dentro di noi. Mura che a volte ci proteggono, a volte ci castrano e ci costringono a far la fatica di scalarle, di abbatterle o di ricostruirle per capire noi stessi e riuscire a vivere in una realtà sempre più distopica